SVILUPPO ENDOSCOPIA SPINALE

È dai tempi di Ippocrate che i chirurghi hanno tentato di trattare la patologia spinale con forme di chirurgia minimamente invasive. Negli ultimi 50 anni si è verificata una notevole innovazione dei sistemi e delle procedure mininvasive, con l'obiettivo di ridurre il trauma operatorio, ridurre il dolore postoperatorio, accelerare il recupero ed avere il minimo impatto estetico e funzionale.

Negli anni i progressi delle tecniche mininvasive si sono avuti grazie all’innovazione tecnologica dei sistemi di visualizzazione e alla scoperta di spazi fisiologici necessari per l’accesso. I primi studi ed i primi tentativi di concetto di “endoscopia spinale” risalgono al 1931, quando il Dr. Burman iniziò i primi esperimenti di visualizzazione diretta del midollo spinale. Gli sviluppi e l’innovazione dell'endoscopia spinale rimasero stazionari fino a quando il Dr. Parviz Kambin riuscì a trovare il forame come canale di via di accesso naturale per poter aggredire le ernie discali per via endoscopica.


A seguito di lunghi studi e prove effettuate su pezzi anatomici il Dr. Parviz Kambin riuscì ad evidenziare un'area di lavoro, di forma triangolare, all'interno del forame intervertebrale attraverso la quale è possibile accedere in totale sicurezza al canale spinale; tutt’oggi viene utilizzata, negli interventi di endoscopia spinale, nella massima sicurezza come via d’accesso; Detta zona viene chiamata il "triangolo di Kambin".


Questa importante evoluzione nel corso degli anni ha notevolmente aumentato l’applicazione e le indicazioni per la chirurgia della colonna vertebrale mininvasiva. Il miglioramento della competenza dei chirurghi e la costante evoluzione di tecniche e tecnologie, hanno consentito un allargamento delle indicazioni ed un miglioramento della sicurezza operativa.

Nella chirurgia endoscopica è proprio l’endoscopio "l'occhio del chirurgo" e il suo sviluppo tecnologico, assicura oggi agli operatori, una visualizzazione ad alta definizione per una perfezione nella visione; il principale obiettivo dell'innovazione è lo sviluppo di una tecnologia di immagini ad altissima risoluzione, poiché una perfetta visione è la base per la sicurezza dei pazienti che subiscono interventi chirurgici endoscopici.


Nel contempo lo strumentario chirurgico e i dispositivi utilizzati si sono evoluti sia nell’affidabilità che nella produzione mettendo a disposizione dei chirurghi dilatatori, frese, pinze, trapani, e Kerrison per affrontare qualsiasi tipologia di ernia da trattare.


il più avanzato e diffuso sistema per il trattamento endoscopico percutaneo dell’ernia del disco lombare è quello che prevede l’accesso alla colonna attraverso il forame, ovvero l’apertura fisiologica tra una vertebra e l’altra e dal quale fuoriescono le radici nervose: “il sistema transforaminale”.


Molto utilizzato è anche lo spazio interlaminare per la rimozione delle ernie discali lombari difficilmente approcciabili con la tecnica transforaminale e per le stenosi del canale: “il sistema interlaminare”.


Oggi ernie discali, stenosi laterali e artrosi vertebrali sono tra le patologie che possono essere trattate con questo tipo di tecnica, chiamata anche ernia endoscopica. Anche la letteratura medica conferma che gli interventi in endoscopia vertebrale sono più confortevoli e tollerati per i pazienti, con un tasso di complicazione bassissimo, una notevole riduzione di recidive e di rischi rispetto ad un intervento classico “open”. Si evitano, anche, la formazione di tessuti cicatriziali post-intervento, principale causa d’insuccesso della chirurgia tradizionale.

Nella chirurgia endoscopica è proprio l’endoscopio "l'occhio del chirurgo" e il suo sviluppo tecnologico, assicura oggi agli operatori, una visualizzazione ad alta definizione per una perfezione nella visione; il principale obiettivo dell'innovazione è lo sviluppo di una tecnologia di immagini ad altissima risoluzione, poiché una perfetta visione è la base per la sicurezza dei pazienti che subiscono interventi chirurgici endoscopici.


Nel contempo lo strumentario chirurgico e i dispositivi utilizzati si sono evoluti sia nell’affidabilità che nella produzione mettendo a disposizione dei chirurghi dilatatori, frese, pinze, trapani, e Kerrison per affrontare qualsiasi tipologia di ernia da trattare.


Il più avanzato e diffuso sistema per il trattamento endoscopico percutaneo dell’ernia del disco lombare è quello che prevede l’accesso alla colonna attraverso il forame, ovvero l’apertura fisiologica tra una vertebra e l’altra e dal quale fuoriescono le radici nervose: “il sistema transforaminale”.


Molto utilizzato è anche lo spazio interlaminare per la rimozione delle ernie discali lombari difficilmente approcciabili con la tecnica transforaminale e per le stenosi del canale: “il sistema interlaminare”.


Oggi ernie discali, stenosi laterali e artrosi vertebrali sono tra le patologie che possono essere trattate con questo tipo di tecnica, chiamata anche ernia endoscopica. Anche la letteratura medica conferma che gli interventi in endoscopia vertebrale sono più confortevoli e tollerati per i pazienti, con un tasso di complicazione bassissimo, una notevole riduzione di recidive e di rischi rispetto ad un intervento classico “open”. Si evitano, anche, la formazione di tessuti cicatriziali post-intervento, principale causa d’insuccesso della chirurgia tradizionale.